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IL NOSTRO TERRITORIO

TUTTO DA VISITARE

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Erice

 

La cittadella medioevale di Erice è considerata uno dei borghi più belli d'Europa, vale di certo una visita approfondita. Quasi certamente la sua fondazione fu dovuta al popolo degli Elimi, che per primi vi costruirono un templio dedicato alla dea Astarte.

L'impianto urbanistico attuale è di periodo medioevale, le numerose chiese che la caratterizzano sono di periodo Barocco.

Erice è famosa nel mondo per l'altissima qualità della pasticceria di origine conventuale. L'artigianato è ricco e di alta qualità, da ricordare vi è la produzione di tappeti ericini, costruiti al telaio tradizionale, è la fabbricazione della ceramica ericina. Affascinante è la presenza del Castello Pepoli, della torretta Pepoli e di quello che viene nominato il castello di Venere, dentro il quale è ancora presente l'antico pozzo sacro consacrato alla dea Astarte. Dal suo belvedere  si gode di un panorama a 360° della provincia di Trapani e delle isole Egadi e lo sguardo si volge fino all'orizzonte e a tutto il canale di Sicilia.

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Isole Egadi

 

L'arcipelago delle Egadi è formato dalle isole di Favignana, Levanzo, Marettimo e dall'isolotto di Formica. La presenza umana all'interno dell'arcipelago è antichissima, come testimonia il sito archeologico della grotta del Genovese, di Levanzo. La Bellezza del suo habitat  fa sì che sia uno degli aricipelaghi più belli del Mediterraneo. L'unicità del territorio è preservata dalla presenza dell'Area Marina Protetta dell Egadi, la più grande del Mediterraneo.

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Riserva Naturale dello Stagnone e isola di Mozia

 

Si estende sulla costa occidentale della Sicilia nel territorio del comune di Marsala, nel tratto di mare compreso tra capo San Teodoro e capo Boeo o Lilibeo, comprendendo le quattro isole di San Pantaleo (Mozia), Isola Grande, Schola e Santa Maria e le saline costiere San Teodoro, Genna e Ettore Infersa. La riserva comprende lo "Stagnone" (da cui prende il nome) una laguna, la più vasta della Sicilia, caratterizzata da acque basse (1–2 m e spesso non più di 50 cm). In seguito ai movimenti della sabbia della laguna dovuti alle correnti sottomarine si è formata l'Isola Grande, intorno a due originari isolotti. La nascita dell'isola ha chiuso una parte di mare in origine aperta e qui, non essendoci correnti necessarie al ricambio, l'acqua è divenuta stagnante, con una temperatura al di sopra del normale.

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Marsala

 

È il primo comune della provincia di Trapani, il quinto della Sicilia per popolazione e il sessantaquattresimo per popolazione in Italia.

Il nome le fu dato dagli arabi che la chiamarono Marsà ‛Alī (Porto di Alì) o Marsà Allah (Porto di Allah), da cui derivò il nome della città.

Famosa per lo sbarco di Garibaldi e dei Mille dell'11 maggio 1860 e per la produzione dell'omonimo vino Marsala, per cui, dal 1987, è Città del Vino. Sorge sulle rovine dell'antica città punica di Lilibeo (Lilibeum in latino), dal cui nome deriva l'appellativo di lilibetani (oltre a quello di marsalesi) per i suoi abitanti.

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Mazara del Vallo

 

Il vecchio centro storico, un tempo racchiuso dentro le mura normanne, include numerose chiese monumentali, alcune risalenti all'XI secolo. Presenta i tratti tipici dei quartieri a impianto urbanistico islamico tipico delle medine, chiamato Casbah (anche Kasbah), di cui le viuzze strette sono una sorta di marchio di fabbrica.

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Selinunte

 

La città ebbe una vita breve (circa 240 anni). In questo periodo la sua popolazione crebbe fino a raggiungere i 100.000 abitanti.
Lo stato in cui si presenta oggi la città non è dovuto solo alla sua distruzione ad opera dei Cartaginesi, ma anche a terremoti, a secoli di incuria e di gravi spoliazioni. Selinunte, sottofondazione di Megara Hyblea, fu fondata nel 650 a.C. (Diodoro Siculo), lungo la costa del Mar Mediterraneo, tra le due valli del Belice e del Modione, su di un luogo non interessato da precedenti insediamenti indigeni. Raggiunse velocemente il suo massimo splendore nel VI e V sec. a.C.; la sua ricchezza era forse dovuta al dominio che esercitava su di un vasto territorio. Selinunte è la colonia greca più occidentale della Sicilia, a diretto contatto con l'area occupata dai Cartaginesi; tutta la sua storia è condizionata da questa posizione di confine, fino al dissolvimento del problema con la conquista romana della Sicilia.

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Castelvetrano


La città nacque probabilmente a causa di una trasformazione sociale avvenuta dopo la conquista normanna (1130). I contadini iniziarono a popolare i borghi: nacque quindi, come nel resto d'Italia e d'Europa, la borghesia. L'esistenza della città è documentata a partire dal dominio angioino. Il toponimo Castrum Veteranum era comunque usato già prima della nascita della città, forse per indicare un incrocio tra vie di comunicazione. Nel 1299 Castelvetrano viene concessa ai Tagliavia futuri principi della città, il cui cognome muterà nel tempo in Aragona e Pignatelli. Tra la fine del Quattrocento e l'inizio del Cinquecento, Castelvetrano divenne il centro dei possedimenti dei Tagliavia-Aragona, arricchendosi di numerose opere d'arte. Nel 1522 il re di Spagna Carlo V elevò la città a contea, nel 1564 il figlio Filippo II la eresse a principato. Sotto il dominio spagnolo Castelvetrano conobbe nel Seicento un periodo di carestie ed epidemie. Durante il Risorgimento Castelvetrano insorse due volte (1820 e 1848). Nel 1860 alcuni castelvetranesi si unirono ai Mille di Garibaldi.

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Gibellina


Dopo il terremoto del 1968 e le devastazioni, fu lentamente avviata la ricostruzione del paese. Tuttavia, invece di riedificare nelle vicinanze dell'antica Gibellina, essa fu ripresa una ventina di chilometri più a valle. La scelta del sito avrebbe potuto seguire la logica della vicinanza alla costruenda autostrada sino a Mazara del Vallo, se non fosse che il terreno di nuova edificabilità era dei fratelli Ignazio e Nino Salvo, boss della mafia. Gibellina nuova sorse quindi sul territorio del comune di Salemi, in contrada Salinella, a seguito di una votazione del consiglio comunale. Per la ricostruzione della cittadina l'ex sindaco della città Ludovico Corrao ebbe l'illuminata idea di "umanizzare" il territorio chiamando a Gibellina diversi artisti di fama mondiale come Pietro Consagra e Alberto Burri; quest'ultimo si rifiutò di inserire una sua opera nel nuovo contesto urbano che si stava costruendo e realizzò un "Grande Cretto" nella vecchia Gibellina, a memoria del sisma che la distrusse. All'appello del sindaco risposero, altresì, Mario Schifano, Andrea Cascella, Arnaldo Pomodoro, Mimmo Paladino, Franco Angeli, Leonardo Sciascia. La città divenne subito un immenso laboratorio di sperimentazione e pianificazione artistica, in cui artisti e opere di valore rinnovarono lo spazio urbano secondo una prospettiva innovativa.

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Segesta

 

La data della fondazione non è conosciuta, ma da documenti risulta che la città era abitata nel IX secolo a.C. Lo storico greco Tucidide narra che i profughi troiani, attraversando il Mar Mediterraneo, giunsero fino in Sicilia, e fondarono Segesta, chiamata Aegesta, ed Erice. Questi profughi presero il nome di Elimi. Secondo il mito, Segesta sarebbe stata fondata da Aceste (che ne fu il primo re), figlio della nobile troiana Egesta e del dio fluviale Crimiso. Virgilio riporta la leggenda secondo cui Segesta sarebbe stata fondata da Enea per far riposare i vecchi e le donne, dopo che queste avevano incendiato le navi poco prima di riprendere il viaggio.

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Alcamo

 

Importante centro agricolo e polo industriale, sorge alle falde del monte Bonifato. È uno dei più grandi centri siciliani per il commercio del vino. Tra i prodotti agricoli ricordiamo: olive, cereali, meloni, uva da tavola e da mosto. Sono presenti anche allevamenti di bovini e ovini. Il nome Alcamo ha origine araba, Manzil Alqamah, (Alqamah-nome di un cocomero velenosissimo, Manzil-casale-stazione) sorto nel secolo XII lungo la via commerciale che da Palermo conduce alla costa. Tra il secolo XV e il XVII lo sviluppo della città è dovuto all'insediamento di numerosi gruppi religiosi che spingono l'espansione oltre la cinta muraria. La città divenne dei Conti di Modica fino agli inizi del XIX; grazie ai numerosi resti di case signorili è tuttora visibile il carattere feudale. Nel 1860 il barone Giuseppe Triolo di sant'Anna, a proprie spese, organizzò le squadre dei Picciotti che aiutarono i "Mille": fu ad Alcamo che Garibaldi nominò il siciliano Francesco Crispi "Segretario di stato per la Sicilia". Nel settore monumentale è di grande risalto il Castello dei Conti di Modica, edificato nel sec. XIV, a pianta romboidale, con due torri quadrangolari e due cilindriche; sino ad oggi è possibile trovare nella parte nord le bifore in stile gotico. L'interno dell'imponente Chiesa Madre è ricco di importanti opere d'arte, come quelle della famiglia Gagini e di Serpotta e come gli affreschi di G.Borremans. Resti di un edificio termale del sec. XIV, la "fontanazza" si posssono trovare sul vicino Monte Bonifato. Tra i personaggi illustri ricordiamo Cielo D'Alcamo, cui al città ha dedicato una piazza, importante poeta della letteratura volgare (metà del '200) autore della notissima "Rosa Fresca Aulentissima".

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Castellammare del Golfo

 

Castellammare nasce come Emporium Segestanorum (porto della vicina Segesta, fino all'arrivo degli Arabi la sua storia si identifica con quella della città elima. Si ipotizza che l'emporio esistesse già a partire almeno dagli inizi del V secolo a.C. Testimonianze in tal senso si ricavano sia dagli scritti di Erodoto sia da quelli di Diodoro Siculo e di Tucidide, che a proposito della spedizione ateniese in Sicilia del 415 a.C., più volte parla di navi che andavano o venivano da Segesta. A fare esplicito riferimento al porto segestano sono però Strabone, nella sua Geografia e il geografo Tolomeo, che tuttavia dà un'errata collocazione del sito, forse per un mero errore materiale nella trasmissione del testo.

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Scopello

 

L'attuale borgata risale al XVII secolo ed è divisa in due parti: un baglio, che la tradizione indica come d'epoca normanna, ma risalente al XVIII secolo e una piazzetta con la chiesa di Santa Maria delle Grazie, parrocchia dal 1961e poche case. Ferdinando II di Borbone elesse l'area di Scopello, con il vicino omonimo bosco, al rango di riserva reale per la caccia, visitandola due volte nel 1830 e nel 1859. A motivo di queste visite, essendo prossima l'unità d'Italia, con la spedizione dei Mille gli scopellesi si schierarono dalla parte borbonica, tanto da ingaggiare una battaglia, tra il dicembre 1862 e il gennaio 1863, con le forze piemontesi che non riuscirono facilmente ad insediarsi nella borgata. La riserva di caccia di Scopello venne assegnata a una società statale che aveva il compito di dismettere i beni del vecchio stato borbonico e venne acquistata a prezzi bassissimi da affiliati alla mafia di Castellammare del Golfo che avevano sostenuto la causa unitaria e che poi rivendettero i terreni a prezzi di mercato. La tonnara di Scopello è una delle più importanti e antiche di tutta la Sicilia: i primi fabbricati risalgono al XIII secolo, la tonnara vera e propria fu edificata nel XV secolo da Giovanni Sanclemente e ampliata dalla famiglia Sanclemente nel corso del XVI secolo; passò quindi alla Compagnia di Gesù e infine alla famiglia Florio.

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Riserva Naturale Orientata dello Zingaro

 

La riserva si estende nella parte occidentale del Golfo di Castellammare, nella penisola di San Vito Lo Capo che si affaccia sul Tirreno tra Castellammare del Golfo e Trapani. Il territorio ricade in parte nel comune di San Vito Lo Capo e in parte nel comune di Castellammare; si estende lungo 7 km di costa e quasi 1.700 ettari di natura incontaminata. La costa è formata da calcareniti quaternarie e da rilievi calcarei del Mesozoico di natura dolomitica, con falesie che da un'altezza massima di 913 m (Monte Speziale) degradano ripidamente verso il mare, intercalate da numerose calette.

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Riserva Naturale di Monte Cofano

Monte Cofano è un promontorio montuoso di natura calcarea, dalla caratteristica forma piramidale a picco sul mare, che raggiunge i 659 m di altezza. Si trova sulla costa della provincia di Trapani, all'estremità orientale del golfo di Bonagia. È compreso nel comune di Custonaci, lungo la costa che da Trapani porta a San Vito Lo Capo. L'area della Riserva si estende per 537,5 ettari, di cui 325,5 sono zona A e 185 zona B o preriserva. Nel suo ambito sono presenti una piccola area umida stagionale, una forra torrentizia (Gole di Cipollazzo) e numerosi fenomeni carsici legati al rimodellamento della roccia calcarea da parte dell'acqua, sia in superficie (doline e inghiottitoi) che in profondità (grotte).

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